Teresa Molinaro

Fotografa e Astrofotografa


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L'antica città di Selinunte

09-05-2025 10:23

Teresa Molinaro

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L'antica città di Selinunte

Interrogammo i templi di Selinunte, il loro silenzio aveva più peso di tante parole.Jean Paul Sartre

Interrogammo i templi di Selinunte, il loro silenzio aveva più peso di tante parole.

Jean Paul Sartre

 

 

 

La bellezza della Sicilia, che incanta ad ogni passo, trova massima espressione nella meravigliosa e antica città di Selinunte.

Situata nella costa sud occidentale della Sicilia, nell’odierna provincia di Trapani, Selinunte fu fondata nel 650 a. C. dai coloni di Megara Hyblaea, tra le valli del Belice e del Modione; la città era una delle più florenti del mondo greco, per la bellezza dei suoi templi e per la ricchezza dei suoi terreni godeva di grande prestigio, vantando anche di un panorama mozzafiato sul mare.

I Greci la chiamavano Selinùs che deriva da σέλινον (sélinon), sedano d'acqua, il cui nome specifico in botanica è Apium nodiflorum (L.) Lag.

 

SÉLINON: LA PIANTA SACRA

La pianta prosperava lungo le rive del fiume Modione, in un ambiente che è tutt'ora ricco di specie botaniche rare e sottoposte a salvaguardia ambientale; il sélinon era tanto caro agli abitanti dell'antica Selinunte da divenirne anche il simbolo della monetazione della città.

La pianta era sacra ai greci, già Omero nell'Iliade le attribuí poteri sovrannaturali, narrando di come grazie al sélinon Achille poté guarire e salvare Il suo prezioso cavallo.

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La città ebbe una durata di circa 240 anni e, nel 570 a.C, fondò a sua volta Heraclea Minoa, presso la foce del fiume Platani.

Dopo essere stata conquistata e poi distrutta dai Cartaginesi, Selinunte fu logorata anche da terremoti, saccheggiamenti e secoli di incuria.

 

IL PARCO ARCHEOLOGICO

Nel 2013 la Regione Siciliana ha istituito il Parco Archeologico di Selinunte che, con un'estensione di circa 377 ettari, rappresenta uno dei maggiori siti archeologici del Mediterraneo.

Il Parco si avvale di uno straordinario patrimonio archeologico, caratterizzato da un gran numero di templi di architettura dorica: il sito è oggetto di diverse attività di ricerca scientifica sia italiane che straniere.

I resti di Selinunte infatti mostrano un'eccellente progettualità ad opera degli antichi Greci, portando in luce un’avanzata cultura urbanistica che trova esempio nei diversi edifici pubblici e privati del sito archeologico.

 

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LA STRUTTURA DELL'ANTICA SELINUNTE

Nella parte meridionale della città è situata l'Acropoli, che ospita il grande santuario urbano ed è cinta da imponenti mura di fortificazione risalenti all'epoca ellenistica-punica.

A Nord dell'Acropoli è posta l'Agorà, il tipico centro di scambio sociale e politico della città, mentre a Nord, sulla Collina di Manuzza, vi sono le testimonianze dell'antico centro abitato.

La Collina Orientale ospita tre templi e una necropoli mentre ad Ovest, la Collina della Gaggera, presenta gli insediamenti più antichi di Selinunte, ovvero il santuario dedicato a Demetra Malophòros, il santuario di Zeus Meilichios, Il Tempio di Hera Matronale e il Tempio M, oltre a una necropoli arcaica.

Lungo la valle del Gorgo Cotone si trova il quartiere artigianale, dove sono state rinvenute aree di lavoro e diverse fornaci; presso la foce del fiume Modione si trova invece il Battistero Bizantino.

I porti di cui disponeva la città di Selinunte erano situati presso le foci dei fiumi Cottone e Modione-Selino: nel luglio 2023, a pochissima distanza da quella che doveva essere la darsena collegata al mare, è stata scoperta una struttura che potrebbe essere parte di uno dei due porti dell'antica Selinunte, con le caratteristiche tipiche di quelle che una delle più importanti città del Mediterraneo doveva rispecchiare.

Ciò attesta ancora una volta l'importanza di tutta l'isola negli scambi commerciali e culturali nei millenni.

 

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IL MUSEO BAGLIO FLORIO

Nel Parco Archeologico, situato sulla Collina Orientale, è presente il Museo Baglio Florio, uno scrigno di storia e archeologia che ci catapulta indietro nei millenni.

Il Museo è stato ricavato da un struttura ottocentesca appartenente alla famiglia Florio, utilizzata per la produzione vinicola; i reperti presenti all'interno si collocano all'età arcaica e all'era ellenistica con esempi di architettura dorica, statuine, monete, anfore. Un elemento di grande rilevanza è un testa di Leone in prezioso marmo, rinvenuta ad agosto 2023: si tratta di un'antica sima, ovvero l'estremità superiore del tetto di un tempio, con una altezza di 62 cm e un peso di oltre 250 kg.

 

LA VISITA E I VERSI DI SARTRE E SIMONE DE BEAUVOIR

All’ingresso del Museo campeggia una frase attribuita a Jean Paul Sarte, ma che lascia qualche dubbio sulla reale appartenenza: nel 1935 Sartre e Simone de Beauvoir fecero un viaggio in Italia e,  passando anche per la Sicilia, visitarono l’antica Selinunte.

Da questa visita S. de Beauvoir appuntò dei pensieri, pubblicati nel secondo volume dei suoi Mémoires, dedicato a Sartre:

“Nuovamente, interrogammo i templi greci; non trovammo ancora niente da dire, loro non ci dissero niente: ma il loro silenzio aveva più peso di tante chiacchiere. Per delle ore, a Selinunte, lo subimmo senza stancarcene, seduti tra enormi tamburi crollati. Non un’anima in vista, per tutto il tempo; ci eravamo portati acqua, pane e uva che mangiammo, all’ombra dei marmi dove correvano le lucertole: Sartre fischiava per incantarle”.

 

LE CAVE DI CUSA

Del Parco Archeologico fa parte anche il sito noto come Cave di Cusa, situato nel territorio di Campobello di Mazara: si tratta di una sorprendente testimonianza senza pari, sia per l'ampiezza dei blocchi di calcarenite che per il loro perfetto stato di conservazione che permette, ad oggi, analisi e ricerche sulle varie fasi di lavorazione delle stesse, impiegate per la realizzazione di colonne e grandi capitelli delle strutture più grandi dell'antica città di Selinunte.

Le cave furono attive dal VI sec. a.C. fino alla fine della vita della città greca: la conquista punica determinó l'improvvisa interruzione della lavorazione delle pietre e l'abbandono delle cave da parte degli operai, lasciando i pezzi laddove si trovavano, alcuni appena lavorati e altri completamente finiti e già partiti verso la destinazione finale.

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Percorrere le strade dell'antica città di Selinunte è un'esperienza suggestiva, scoprire templi, colonne, resti di un luogo che ci riporta ad un passato molto lontano, dove tra gli ulivi e un cespuglio di fiori gialli, si può immaginare la vita degli antichi abitanti del luogo, la loro quotidianità, le notti al chiaro di Luna e di stelle, sotto il cielo di quest'isola la cui bellezza ancora non smette di inebriarci.

 

Articolo e fotografie di: ©Teresa Molinaro

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